Mai come oggi la comuncazione è importante, forse l’unico strumento attuabile ed efficace nel prossimo futuro…
Il word wide web esiste, anno più anno meno, fin dagli anni 90, ma è con l’avvento del nuovo millennio che internet ha conquistato un ruolo centrale nella vita di tutti noi.
Ad oggi, dopo vent’anni, tutto quello che la rete ha fatto e può fare per migliorare la vita delle persone – e delle aziende – è dato per scontato. Anzi, a ben vedere, abbiamo trovato il tempo e l’occasione per dimenticare, per screditare e demonizzare la rete, responsabile di aver cambiato le nostre abitudini o, peggio, colpevole di chissà quale peccato.
Internet nella realtà è quello che è sempre stato fin dall’inizio: uno strumento nato per servire la comunità scientifica prima, salvo poi diventare uno strumento utile e funzionale per utenti ed imprese, fino ad entrare in maniera stabile nella vita delle persone. Mi è sempre piaciuto considerare internet come un elettrodomestico, poco ingombrate e poco costoso.
Negli ultimi anni la rete è però diventata – con grande facilità ed approssimazione – anche quel “mostro che tiene le persone attaccate ai social”, quello che ha “ucciso la privacy” e quello che ha messo in difficoltà il negozio sotto casa perché “acquistare online è dai grandi colossi dell’e-commerce è più facile e conveniente”.
Poi è arrivato il 2020 e con lui, il tristemente noto Coronavirus, tutti, nessuno escluso, hanno ritrovato nella rete l’alleato principale, un posto sicuro dove attingere alle notizie e fonte inesauribile di informazioni essenziali (vitali per il mondo della ricerca), disponibili in maniera semplice e veloce, tutte lì, a portata di click.
E’ inutile negarlo, mai come oggi le informazioni, gli scambi commerciali, comprese le attività imprenditoriali, devono passare dalla rete, nel bene e nel male.
Il male giusto per fare un esempio, è identificabile molto bene nel fenomeno delle “fake news” che però altro non sono che la traslazione digitale della mala informazione – anch’essa certamente amplificata dal potere della rete – ma comunque un fenomeno sempre esistito.
Quel che è invece assodato ormai è che per farsi conoscere, comunicare e promuovere merci e servizi – e con un certo estremismo esistere – si deve per forza di cose passare dalla rete, usando uno dei tanti canali a disposzione dell’utente. Spesso gratis.
Per quelli che sanno usare con un minimo di scaltrezza il mondo dell’informazione digitale l’obbiettivo è quello di utilizzare in maniera integrata i diversi servizi e le diverse piattaforme, web, social network, direct mailing, blog/streaming channels con progettualità e costanza.
Mettere in discussione questo presupposto è pura utopia e, per un imprenditore, pura follia.
Senza entrare nei numeri e nel statistiche che già ci affliggono ogni giorno, si stima che in questo periodo straordinario in cui le nostre vite sono per forza di cose radicalmente cambiate, le persone passino quasi 6 ore al giorno su internet da desktop e 2 da smartphone tablet. Questi numeri non erano poi così diversi prima dell’emergenza Coronavirus e non lo saranno di certo dopo, nel prossimo futuro, un futuro in cui le persone – quelle poche che ancora erano meno avvezze a farlo – avranno familiarizzato ancora di più con l’informazione on-line e con la rete in genere.
In questo scenario quella che si viene a creare è una platea di persone che è legata fortemente alla rete, non solo in termini di tempo (non sta a me giudicare se questo sia bene o male), ma per giunta in termini di qualità, in quanto più predisposta che in passato a ricevere le nostre comunicazioni, i nostri messaggi e i nostri consigli.
E’ alquanto evidente come in un qualsiasi altro ambito tutta questa potenzialità sia praticamente impossibile da ottenere e, se mai possa essere possibile, uno sforzo del genere implicherebbe dei costi evidentemente molto, molto più alti.
Avvicinare le persone fisicamente alle aziende è sempre un’ottima strategia: open day, fiere, seminari, sono importanti momenti di aggregazione e di interazione ma che, per ovvie ragioni, prevedono impegni altrettanto importanti a livello logistico, un cospicuo utilizzo di personale e risorse che si traduce, alla fine della fiera, in soldi spesi. Appare così chiaro come comunicare in rete sia per contro piuttosto economico, soprattutto se si fa un bilancio costi/benefici.
Un altro fenomeno interessante tipico di questi giorni è il grande proliferare un po’ ovunque di webinar, meeting virtuali, conference call, che non saranno magari tanto coinvolgenti quanto una giornata formativa passata in azienda, ma rappresentano di certo un’opportunità da sfruttare.
Queste attività, come tutte le altre relative al comunicare, devono essere sapientemente gestite, con le modalità giuste e soprattutto verso le persone giuste. Targeting insomma.
Ed eccoci al primo nodo della questione che è poi sempre e solo uno, come comunicare in modo corretto? La risposta è semplicissima ed ancora una volta la solita: copywriting, ossia contenuto. La qualità e la professionalità anche in questo ambito paga e pagherà sempre. Usare il tono gusto, le parole giuste, la forma giusta fanno parte del modo in cui l’azienda o il professionista si mostrano al mondo, costituisce la maniera in cui si “vendono” – in una accezione non strettamente materiale del termine – beni e servizi.
Anche una corretta strategia e una attenta pianificazione dei contenuti, svolta da chi lo fa di mestiere, può fare una grande differenza, così da contestualizzare e confezionare con cognizione di causa un messaggio, qualsiasi esso sia, senza eccezioni.